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L'impatto dell'arte e dei colori sulla vita dei pazienti

I colori sono parte della nostra vita, ci circondano e sono elementi fondamentali del nostro ambiente. Essi non rappresentano soltanto una qualità specifica, propria di oggetti, spazi o superfici, ma un insieme di sensazioni creata da determinate qualità della luce che vengono riconosciute dall'occhio, interpretate dal cervello e che possono pertanto influire in modo profondo sullo stato emotivo delle persone (Nassau, 1997).

I colori dell’ambiente in cui viviamo e la loro presenza attraverso l’esposizione di quadri e fotografie hanno un'importanza tale da riuscire ad esercitare su di noi un'influenza sulle nostre emozioni e sul nostro umore, determinando allegria, depressione, benessere o tensione grazie all’interazione delle loro frequenze armonizzanti con le vibrazioni del nostro organismo.

Sulla base di queste proprietà dei colori e sul loro dimostrato effetto sullo stato di benessere degli individui, negli ultimi decenni ha preso piede nell’ambito del processo di umanizzazione degli ambienti, in particolar modo degli ambienti di ricovero e cura, un progetto orientato verso una vera e propria rivoluzione cromatica. Al freddo e asettico bianco si sostituiscono tinte più vivaci e colorate capaci di migliorare sensibilmente la condizione dei pazienti e contribuendo a creare ambienti più accoglienti e piacevoli in grado di alleviare il senso di disagio e di instabilità e, aiutandoli, in tal modo a recuperare un atteggiamento più positivo ed ottimista.

Già a partire dal 1960, i progettisti iniziarono a domandarsi se l’uomo potesse manipolare l’ambiente per migliorare il suo benessere fisico. La risposta è stata affermativa: si può manipolare l’ambiente per promuovere il comportamento desiderato ed eliminare le risposte negative (Chaney, 1973). Un modo per fare ciò è attraverso i colori; si ritiene infatti che essi possano influenzare le emozioni umane e indurre delle risposte fisiologiche. Kenneth Edwards ha dimostrato che le persone se sono influenzate dai colori nella loro vita normale, saranno ancora più sensibili agli effetti di questi sul loro comportamento quando non si sentono bene; ne consegue che un sistema di colori appropriato può aiutare il paziente nel suo recupero (Carpman, 1993).

Queste osservazioni hanno assunto un ruolo importante nella progettazione e nell’arredo di strutture ospedaliere. Infatti, mentre in situazioni normali le persone che si sentono a disagio con il proprio ambiente fisico semplicemente possono lasciarlo o adattarsi ad esso (Malkin, 1992), le persone ricoverate invece, si sentono prigioniere in quell’ambiente non avendo nessuno controllo su di esso. Diventa importante quindi, la realizzazione di un ambiente che influisca positivamente sui sentimenti dei degenti e che contribuisca al loro recupero.

Curare inoltre oggi è sempre più un atto collettivo, costituito da diversi momenti durante i quali il paziente esegue una delicata prassi, fatta, anche, di attese e, operazioni di natura burocratica interminabili.

Ne consegue che il "dialogo" con la struttura diventa prevalente rispetto a quello con il medico, pertanto, un intervento cromatico corretto e il loro arredamento con quadri o fotografie che abbiano appropriate caratteristiche cromatiche, in tali ambienti ha un potere terapeutico aggiuntivo e può favorire e accelerare il recupero della salute e contribuire al mantenimento di uno stato di benessere.

La scelta di quadri, fotografie o di pareti colorate non può essere casuale in quanto numerosi studi scientifici hanno evidenziato come alcuni colori possono essere più adatti di altri in modo diverso a seconda della tipologia di reparto o di ambiente.

Concludendo, si può affermare come non sia la quantità di luce presente nell’ambiente a definire il benessere, ma bensì la corretta distribuzione dei colori e delle opere artistiche e dei rapporti degli stessi con le superfici adiacenti, siano elementi importanti per migliorare il comfort e influire in modo positivo sullo stato complessivo dei pazienti.

Bibliografia