home > Istituto
Dopo il lockdown: ritornare alla prevenzione cardiologica
Intervista al Dott. Michele Bianchi, Responsabile dell’U.O. di Cardiologia dell’Istituto Clinico Città Studi.
La pandemia ha creato numerosi problemi all’operatività dell’ospedale, quali sono stati i riflessi sulla sua Unità Operativa?
La U.O. di cardiologia dell’Istituto Clinico Città Studi (ICCS) durante la pandemia di Covid-19 non è mai stata inattiva. Tutti i presidi per le patologie cardiologiche in urgenza ed emergenza sono rimasti operativi anche se formalmente non siamo stati individuati come HUB per le cardiopatie acute. La nostra Unità Operativa, come la quasi totalità dell’ICCS, ha dovuto cedere posti letto ordinari e di UTIC per il trattamento dei pazienti con Covid-19. La pandemia ha comunque influenzato pesantemente i nostri ricoveri ma ora, superata l’emergenza, abbiamo potuto riattivare tutte le attività mediche ed interventistiche cardiologiche. Quindi oggi siamo tornati attivi nella rete STEMI, il sistema regionale per la distribuzione ai vari nosocomi di pazienti con problemi cardiaci acuti il cui trattamento è tempo-dipendente. L’ICCS serve una zona di Milano densamente popolata e raccoglie un notevole numero di pazienti. In media ricoveriamo sette infartuati alla settimana. La ritrovata affluenza ci ha permesso di riattivare tutti i trattamenti delle patologie e quindi la nostra unità è ritornata ai livelli di intervento pre-Covid-19.
Le patologie cardiache sono state influenzate dal lockdown?
La risposta è complessa infatti la numerosità dei ricoveri per cardiopatia ischemica e scompenso cardiocircolatorio, che sono tra le patologie principali, è rimasta invariata, mentre le patologie aritmiche e quindi l’aritmologia hanno risentito maggiormente degli effetti delle restrizioni ai movimenti delle persone necessariamente messi in opera per combattere la pandemia. Si tratta di patologie che non necessitano di interventi particolarmente urgenti e quindi questi ultimi sono stati differiti nel tempo. Abbiamo continuato ad intervenire senza pause invece sulle procedure di controllo delle aritmie minacciose e il mantenimento dell’impiantistica del pacemaker.
L’età dei suoi pazienti rimane sempre elevata?
Per quanto riguarda gli accessi da pronto soccorso l’età dei pazienti rimane elevata ma per quanto riguarda gli infarti abbiamo notato una riduzione dell’età media dei pazienti. Per quanto riguarda la patologia elettiva vi è stato un calo dell’età media in quanto nel periodo di crisi pandemica abbiamo curato pazienti provenienti da altre zone della città, perché il nostro bacino d’utenza tradizionale è caratterizzato dalla presenza di grandi anziani che risiedono nella nell’area est della città di Milano.
Con le vaccinazioni il timore del contagio è calato. I pazienti si sentono più sicuri anche in ospedale?
Si certo, ora si avverte meno pericolo verso la struttura ospedaliera e quindi gli ambulatori registrano picchi di affluenza. Le liste di attesa per le visite ambulatoriali ricominciano ad allungarsi. Cerchiamo, come sempre, di rispondere rapidamente alle richieste dei pazienti ma dobbiamo pensare anche al nostro personale che per due anni non ha preso ferie o, peggio, in qualche caso si è ammalato.
Con la ripartenza possiamo guardare alle nuove frontiere della cardiologia?
La cardiologia è una branca nella quale innovazione e sviluppo procedono molto velocemente al punto che si può affermare che ogni anno si osservano importanti cambiamenti sia dal punto di vista farmacologico sia da quello tecnologico. Recentemente, sono state introdotte nella pratica clinica diverse nuove apparecchiature elettromedicali. Cambiano e migliorano i materiali che compongono i device usati negli interventi, vi sono nuove tecniche operatorie, una delle più recenti ed importanti riguarda la possibilità di operare le valvole per via percutanea.
Superato quindi il periodo critico della pandemia da Covid-19 il paziente su cosa può contare se giunge nell’Unità che lei dirige?
Trova una equipe formata da medici esperti e da diversi colleghi giovani, motivati e nello stesso tempo molto competenti. I nostri medici giungono dalle più importanti strutture mediche e formative della nostra regione. Nella nostra Unità Operativa si ha puntuale riscontro dell’applicazione delle linee guida che informano le migliori procedure in ambito cardiologico.
Quale messaggio, finalmente positivo, vuole dare ai pazienti?
Vorrei lanciare un invito. Le persone devono ricominciare a sottoporsi ai controlli periodici e riprendere uno stile di vita non sedentario. Questo vale per i pazienti che presentano una cardiopatia nota ma anche per coloro che hanno un profilo di rischio alte-rato. La prevenzione deve rimanere un punto fermo in una strategia sanitaria attenta e intelligente centrata sulla persona.