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L’U.O di otorinolaringoiatria dell’Istituto Clinico Città Studi
Intervista al Dottor Vittorio Saginario, responsabile dell’U.O di Otorinolaringoiatria dell’ICCS.
Dottor Saginario da settembre lei è responsabile dell’unità operativa di otorinolaringoiatria e da poche ore neo papà. Doppi complimenti dottor Saginario. Come si svolge la sua attività in ICCS?
Prima di tutto vorrei ringraziare la Direzione Generale, la Direzione Sanitaria e il prof. Carlo Berardi per la fiducia dimostrata nell'affidarmi questo compito importante. In qualità di responsabile della UO di Otorinolaringoiatria, la mia presenza in ospedale è ancora più costante e la mia attività si svolge nel reparto, in sala operatoria e negli ambulatori dedicati.
In sala operatoria mi occupo della chirurgia endoscopica nasale e di tutta la chirurgia ORL (otorinolaringoiatrica N.d.R.) di I livello. Inoltre, nell’attività ambulatoriale mi occupo soprattutto di sindromi vertiginose e diagnosi e terapia delle vertigini.
Ci può parlare di questa terapia?
La mia formazione professionale nell’ambito delle disfunzioni create dalle vertigini è iniziata a Siena sotto la guida del professor Daniele Nuti, luminare per quanto concerne questa specializzazione. Ho proseguito il mio percorso formativo con un dottorato in elettrofisiologia dell’orecchio interno a Ferrara con il professor Alessandro Martini. Quindi, ho potuto successivamente approfondire le mie competenze in malattie dell’udito e in particolare quelle vestibolari. Tornando alla domanda, posso dire che le vertigini colpiscono un gran numero di persone, ma tra queste è maggiormente colpita la popolazione femminile, tra i quarantacinque e i sessant’anni.
La più comune evidenza la si ha con le vertigini posizionali benigne che si verificano con lo spostamento nell’orecchio interno di alcuni cristalli: gli otoliti. Sono vertigini definite posizionali, perché vengono scatenate soprattutto dai movimenti della testa. Questi attacchi possono giungere all’improvviso e provocare nausea e vomito. L’esperto di vertigini, visitando un paziente, riesce a capire attraverso il movimento degli occhi di quest’ultimo dov’è finito il cristallo e attraverso una manovra riposiziona l’otolita.
Si tratta quindi di un intervento meccanico. In letteratura scientifica si può evidenziare una certa predisposizione alla fragilità del sistema otolitico in particolare nelle donne in menopausa a causa della carenza di calcio e vitamina D, in questa particolare fase della vita. Non esiste però certezza scientifica su quali siano le cause scatenanti della patologia.
Una parte consistente della sua attività in ICCS si svolge in sala operatoria: di quali interventi si occupa?
Anche in questo caso mi devo rifare alla mia formazione professionale, che mi ha introdotto alla chirurgia. Ho passato qualche tempo in Belgio, dove ho fatto pratica di chirurgia endoscopica. Questa esperienza mi ha permesso di intervenire in chirurgia nasale realizzata totalmente in endoscopia sia per quanto riguarda la settoplastica (chirurgia per riposizionare il setto nasale deviato N.d.R.) sia per le patologie benigne e maligne delle fosse nasali, della poliposi nasale, che è la patologia più diffusa, e la sinusite cronica. La tecnica endoscopica riduce al minimo il decorso postoperatorio del paziente oltre, ovviamente, ad ottenere l’obiettivo terapeutico che ci si prefigge.
Citava la poliposi nasale, come si evidenza questo disturbo?
È una patologia molto diffusa spesso associata all’asma bronchiale. Si tratta di una infiammazione cronica della mucosa che provoca un accumulo di liquidi che, continuando a espandersi, ostruiscono le fosse nasali. Ciò, oltre a provocare difficoltà nella respirazione nasale, crea in modo ricorrente delle rinosinusiti, cefalee e genera un peggioramento dal punto di vista polmonare per chi è affetto da asma bronchiale. La nostra Unità Operativa esegue tutti gli interventi endoscopici per la terapia della poliposi nasale, inoltre, nel corso dell’ultimo anno, attraverso la farmacia dell’ospedale, abbiamo potuto prescrivere i nuovi farmaci biologici che rappresentano una nuova opportunità terapeutica per la cura della poliposi. Questi farmaci sono una barriera contro la recidiva postoperatoria della poliposi, evento che si può presentare con una certa frequenza.
Dalla fine dell’estate lei è a capo dell’unità operativa di otorinolaringoiatria ci può parlare della sua equipe?
Certo, una menzione particolare al dottor Carlo Berardi, il precedente responsabile della UO. Poi, in ordine di esperienza, il dottor Claudio Jankovic specializzato in chirurgia dell’orecchio. Egli esegue tutti gli interventi di chirurgia dell’orecchio medio, in particolare è specializzato in chirurgia del colesteatoma (otite media cronica con tendenza a infiltrazione locale pericolosa N.d.R.) e chirurgia della sordità dovuta ad otosclerosi. Sono questi interventi di nicchia che non tutti i chirurghi eseguono. Il dottor Jankovic, lavora in ICCS dal 2007. Il dottor Guido Bigoni si occupa di chirurgia endoscopica nasale e chirurgia delle patologie testa-collo da molti anni e svolge come docente corsi di formazione su queste patologie.
Il dottor Alessandro Susicky svolge attività chirurgia ORL di base, chirurgia nasale funzionale, estetica ed endoscopica, chirurgia del collo e delle ghiandole salivari. Infine, la dottoressa Anna Berardi che è la collega più giovane, esperta in sindrome della apnee notturne che stiamo coinvolgendo in tutti gli ambiti chirurgici ORL.
Come pensa di sviluppare l’attività della sua Unità Operativa?
Vorrei incrementare l’impegno ambulatoriale per ridurre i tempi di attesa, soprattutto nel campo delle patologie dell’orecchio interno, sordità e vertigini, patologie molto invalidanti che colpiscono un gran numero di persone. Oltre ciò, desidererei sostenere ulteriormente il lavoro nell’area endoscopica con apparecchiature ancor più all’avanguardia.