home > Istituto
Organizzazione e competenza
Intervista alla Dottoressa Luciana De Lauretis, Responsabile del Centro di procreazione medicalmente assistita ICCS
9000 pazienti, 1400 gravidanze. Il bilancio dei primi vent’anni del Centro Fertilità.
La dottoressa Luciana de Lauretis dirige da vent’anni il Centro di Procreazione Medicalmente Assistita dell’ICCS. Nel corso di questo lungo periodo di attività il centro ha ottenuto, grazie alle competenze di alto livello dell’equipe e alla particolare attenzione verso i pazienti, una crescita costante nei numeri relativi all’affluenza di persone che intraprendono un percorso di terapia dell’infertilità di cui la procreazione medicalmente assistita rappresenta l’approccio tecnologico più complesso.
Dottoressa, nel corso del tempo le persone che hanno fatto ricorso agli interventi del suo centro oltre ad essere aumentate hanno evidenziato caratteristiche diverse rispetto ai suoi primi pazienti?
Sì certo, innanzitutto si è allungata l’età delle coppie che si rivolgono al nostro Centro, infatti oggi l’età media delle donne che chiedono un intervento è di quasi 38 anni. Si riproduce anche nel nostro caso una tendenza diffusa nelle relazioni sociali che evidenzia la decisione di avere dei figli in età molto più avanzata rispetto al passato. Oggi la scelta di maternità viene pianificata a tavolino mentre in passato questa decisione era un passaggio naturale dell’esistenza sul quale pesavano gli effetti della tradizione. Questa dimensione temporalmente contratta per la creazione di una famiglia ha come effetto più immediato una forte diminuzione della natalità (siamo in Italia al record negativo delle nascite dal dopoguerra), cui si aggiunge l’effetto drammatico dell’età sulla capacità riproduttiva. Contestualmente, negli anni è progressivamente aumentata la domanda di Assistenza Medica al concepimento: l’ultimo dato fornito dall’ Istituto Superiore della Sanità segnala che i bambini nati in Italia con la procreazione medicalmente assistita sono intorno ai 14.000, pari a quasi il 4% del totale dei nati.
Il calo delle nascite, dovuto anche alla decisione tardiva di avere figli, influenza gli esiti della sua attività?
Il dato relativo all’età dei pazienti condiziona tutti i risultati dei nostri interventi. Si osserva quindi l’aumento drammatico di una popolazione che ha meno possibilità biologiche di avere un figlio. Vent’anni fa, quando iniziammo questa attività, vi erano delle diagnosi di accesso tradizionali, per esempio il fattore tubarico, indicazione originaria che ostacola la procreazione, poi il fattore maschile medio-grave, i disturbi dell’ovulazione, l’endometriosi. In questi ultimi 20 anni sono sempre in aumento le situazioni in cui l’età avanzata è l’unica causa di infertilità dischiudendo un ambito di valutazione, di cura e di successo in questa popolazione diverso rispetto al passato. L’ aumento esponenziale delle richieste di donazione degli ovociti (PMA eterologa) è stata la conseguenza inevitabile di questo cambiamento.
Perché una coppia decide di rivolgersi al Centro di Procreazione medicalmente assistita?
Essenzialmente influisce sulla decisione la patologia: la mancata procreazione sottintende la presenza di patologie di diversa gravità. Coppie che fanno indagini scoprono delle disfunzioni e come per un qualsiasi problema di salute ci si rivolge a chi può risolvere il problema clinicamente. Altro elemento decisivo nasce da comportamenti irrazionali che inducono al ricorso alla procreazione assistita vissuta come una decisione che produce un effetto positivo certo e immediato: “… ci proviamo da qualche mese, non accade nulla e quindi risolviamo il problema con la procreazione assistita”. Purtroppo non è così, quando noi riusciamo ad essere veramente bravi, riproduciamo quello che la natura può fare da sola e che fino a quel momento non si sta verificando. La fecondabilità nella specie umana è tra le più basse in natura e non c’è nulla che garantisca la gravidanza, né in natura né con la tecnologia, anche quando una coppia ha una diagnosi di infertilità inspiegata. Spesso osserviamo nelle persone un eccesso di aspettative grazie anche a comunicazioni a sfondo commerciale, fuorvianti.
Lei dirige un’equipe composta da diversi medici...
Presso il Centro operano con sei medici, quattro biologi specializzati in embriologia, uno psicologo e tre infermiere professionali formate e dedicate. La nostra attività si svolge secondo una precisa organizzazione. I cinque medici lavorano in turnazioni precise in differenti momenti clinici. C’è un’attività ambulatoriale per la valutazione di nuovi pazienti e l’osservazione dei controlli, la pianificazione di ecografie di primo e secondo livello. Abbiamo stretta sinergia col Reparto di Ginecologia per i casi che necessitano di Terapie chirurgiche. Ci sono poi tutte le attività relative alla procreazione assistita: dalla presa in carico la coppia viene accompagnata in tutte le fasi del trattamento di PMA. Si definisce la terapia di preparazione farmacologica, il calendario dei monitoraggi ecografici e dei prelievi ormonali valutati in tempo reale per stabilire il prosieguo della terapia. Infine c’è l’attività chirurgica svolta in una sala operatoria dedicata dove si concretizzano i due momenti centrali per la nostra attività: il prelievo degli ovuli che si conduce in sedazione profonda, alla presenza di un anestesista e i trasferimenti embrionali. Il principio che caratterizza il nostro approccio clinico è sicuramente l’accuratezza della diagnosi e il riequilibrio dei pazienti: stili di vita scorretti impattano in modo altamente significativo sui risultati delle terapie. Offriamo anche terapie complementari, come l’Agopuntura, che dimostrano efficacia prima e durante i trattamenti.
Tante vicende positive con bambini che hanno visto la luce grazie al vostro impegno e i segni di una riconoscenza che ha dato a lei e ai suoi collaboratori la spinta vitale per mantenere immutato l’entusiasmo iniziale. Come proseguirà la sua attività?
In questi anni vi sono stati mutamenti epocali dal punto di vista tecnologico e organizzativo. Il modello organizzativo di un Centro PMA ha subito negli anni cambiamenti complessi che richiedono aggiornamenti e verifiche continui. Basti dire che il Centro Nazionale Trapianti e le Autorità sanitarie Territoriali sono gli organismi deputati al controllo biennale dei Centri su tutto il territorio nazionale. Ma noi manteniamo lo spirito che ha sempre influenzato il nostro lavoro e consideriamo i controlli un’opportunità di miglioramento dei nostri standard di competenza e di risultati. E non dimentichiamo da vent’anni di valutare il semplice questionario di soddisfazione del paziente: strumento che ci consente di essere sempre orientati alle sue esigenze. Ovviamente è fondamentale mantenere coesione all’interno di tutto il team e in questo il lavoro quotidiano del personale infermieristico è cruciale: il Centro Fertilità è un pianeta la cui vitalità è legata alla preparazione del personale, che richiede anni, e al suo coinvolgimento attivo nelle attività quotidiane. La nostra è una popolazione di persone sofferenti, messe a dura prova dalle patologie e da fallimenti ripetuti, spesso erranti da un ospedale all’altro alla ricerca a volte disperata di trovare una soluzione al loro problema. Dobbiamo tenere sempre conto di questa complessa dimensione emotiva e, nonostante i mutamenti della società, dobbiamo mantenere la nostra linea. Specialista cruciale all’interno del Centro è quella del nostro Psicologo: figura molto richiesta, che nel nostro caso è preparata e dedicata al sostegno delle coppie. Il futuro delle nostre attività è sicuramente in costante cambiamento, con continuo aumento delle richieste che sono più diversificate. Il nostro centro, ad esempio, ha aderito al programma di crioconservazione degli ovociti e spermatozoi prima della chemioterapia in pazienti oncologici a buona prognosi. Sono. infine, in crescita le richieste di autoconservazione dei propri ovociti in giovani donne a rischio di menopausa prematura o che si trovano costrette a differire l’epoca della loro prima gravidanza, in un’epoca in cui la vita riproduttiva è penalizzata (social egg freezing).